Il progetto
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È un progetto di materia ed energia creativa, non a scopo di lucro, che nasce nel 1996 e si pone l’obiettivo di essere il punto d’incontro di artisti che fanno del riciclo la base della propria arte, prediligendo l’utilizzo di materiale di recupero per le proprie creazioni.
Offre gratuitamente agli artisti uno spazio virtuale nel quale è possibile proporre le proprie opere e rendersi visibili a tutti coloro che organizzano iniziative, eventi o che semplicemente vogliono diffondere questa cultura artistica.
È di fatto una sempre più popolata comunità che condivide la stessa passione, un’esposizione di esempi in grado di suscitare curiosità e stimolare la creatività, un punto di contatto tra l’arte e la voglia di ognuno di noi di tentare a fare qualcosa in ogni azione quotidiana.
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L’IMMORTALE
Una parola gira volentieri nella cultura ecologica: riuso. Si parla di riutilizzare scarti, trasformare gli oggetti che hanno terminato un ciclo di vita e sono stati accantonati, in altri oggetti, con funzioni diverse. E’ un tema necessario: l’occidente, dopo un centinaio di anni di “società dei consumi”, scopre di avere accumulato una quantità di scarti tale da non essere più ignorata. Di solito chi “riusa” è anche più “ecologico”, è portatore di un’estetica povera, e usa volentieri espressioni come riciclare, recuperare, riutilizzare. Tutti termini con un odore particolare, non proprio un profumo. Le cose riciclate dell’immaginario comune sono sporche, riciclo è quello del denaro, riutilizzo può essere un’espressione del” vorrei ma non posso”, un ripiego. L’oggetto ecologico di solito è bruttino, un po’ “scartolato”, quasi dimesso. E’ un’estetica molto precisa, con le sue regole formali e tutto. Forse è il caso di abbandonarla e passare oltre. Propongo un altro immaginario per questa zona del progetto: è quello dell’immortalità, della vita che rinasce ciclicamente. Un buon simbolo in questo senso è il pavone, distruttore dei serpenti e del tempo, il suo potere ne trasforma il veleno in bellezza, nel fuoco della sua ruota solare l’universo si riforma e rinasce, ciclico. Questo scritto è stato riciclato al 99% da un altro apparso su “Design Diffusion News” del settembre ’95. E’ amico della natura e non inquina.
MAURIZIO CORRADO
RECYCLING ARCHITECTURE
To recycle; put back in the cycle, after a minimum intervention, otherwise useless materials and objects, waste, with the aim of reducing waste Leftover food is recycled (see Olindo Guerrini, “the art of using leftovers from the canteen” Formiggini, Rome 1916), decocted politicians, dirty money: why not recycle architectural projects? An immense amount of them has been made and made, very few are built (in one-off), the others end up in landfills or at most in some archives. Yet they cost time and money and sometimes even intelligence and skill: what a huge waste! What could be done? It would be enough for those who want to build a house instead of asking the surveyor, the engineer or in 3/4% of the cases the architect to reuse the project of the House on the Waterfall, or if it does not have a waterfall available, the Villa Mairea project. It would be enough for a new acute care hospital to recycle Le Corbusier’s project for Venice. It would be enough to take the Chicago Tribune project for new offices, about which Loos wrote: The great Doric column will be built. If not in Chicago, in another city. If not for the Chicago Tribune for someone else. If not from me, from another architect. Okay but so far no one has listened to him. Let’s do it as soon as possible: repeating or realizing quality projects for the first time would lead to a marked improvement in the architectural landscape. But, you say, there is already so little for architects to do.
PAOLO BETTINI